Le Dimensioni di Dario

In realtà non riesco a parlare di dimensioni, di mondi paralleli o multi versi, perche la percezione che abbiamo è ancora troppo vincolata dall’elemento egoico che codifica ogni informazione che ci arriva da un livello più profondo, più distaccato dalla “ragione”.

Ogni sensazione che ci arriva la cerchiamo di codificare con gli elementi che abbiamo letto, visto, che ci hanno raccontato guru o esperti della meccanica quantistica.

Ma come poter definire vera una percezione di una dimensione diversa? Dobbiamo affidarci a ciò che la mente ci proietta e quindi potremmo vivere un esperienza in un’altra dimensione mentre un chimico subito parlerebbe di un aumento di oxitocina o qualche altra sostanza chimica  autoprodotta, creando uno stato alterato di percezione.

Il mio atteggiamento è più sullo scientifico che sul piano spirituale (anche se non disdegno “illusioni” mistiche ).

Mettendo da parte la vena critica, analitica, razionale e scientifica, per quello che è stata la mia esperienza in questi anni di ricerca di stati alterati di coscienza posso assolutamente dire di aver percepito presenze, averle viste materializzare accanto a me in svariate meditazioni.

Ho provato connessioni con altri esseri umani in dimensioni parallele,  ho attraversato tunnel di luci e colori per perdermi in uno spazio dove non esisteva gravità, materia e tempo.

Tutti questi “effetti speciali” mi sono serviti per credere a quell’invisibile che scientificamente provato , l’occhio, il tatto e il resto dei sensi, limitano.

Credo profondamente che se alla fine dei miei giorni una sorta di mia individuale coscienza rimarrà in qualche modo intatta, compatta, con un identità ben definita, allora li ci sarà il vero salto di qualità percettivo. Dove il corpo costringe a limitate esperienze date dall’incarnazione dell’anima, l’assenza di corpo potrebbe essere l’esperienza più mistica del mio essere. Purtroppo non ci è dato sperimentarlo da incarnati e disincarnati non avremo più lo strumento che codifica tutto questo.