Descrizioni di un viaggiatore dimensionale, il viaggio

Visioni di un viaggio

Ho trovato nei miei viaggi sulla rete una bella descrizione di un esperienza fatta con il principio attivo della ayahuasca, la DMT.

Questo post non è un incitamento all’uso di sostanze psicotrope, ma una visione di quanti mondi e dimensioni si possono toccare quando il giudizio cade.

Buona lettura.

 

 

……..Era da un po’ che non celebravo.
Poi qualche giorno fa una persona mi ha chiesto di assisterla durante una seduta, e da li ho deciso che a breve l’avrei fatto.
Oggi è domenica, giornata a casa, caminetto, tisana, incenso, e tutte quelle segate di cui abbiamo bisogno per ritualizzare, e per vincere la paura che sta li, ogni volta, anche dopo la centesima.

Della prima parte non ricordo molto. E’ stato un riscaldamento, un rientrare in luoghi che non visitavo da tempo e riprendere confidenza, cercando di zittire la mente e lasciare andare. Nulla di molto forte. Come quando tieni il diesel in moto per dieci minuti prima di partire, d’inverno, per scaldarlo. Mi sono permesso di chiedere chiarezza, anche se per esperienza so che le richieste non sono sempre così gradite, laggiù.

Seconda parte, forte, senza più passare per terre di mezzo, si va diretti al punto. “Apriti”. Da una posizione chiusa e accovacciata mi sono aperto e rilassato. Erano sopra di me, agglomerati in una forma ogivale e ovviamente mutevole, molto organici. Mi punta, e dall’alto scende per entrarmi nel petto, dopo avermi fatto distendere ed aprire le porte. Ora, già almeno in un’altra occasione in passato mi era capitata la stessa cosa, che mi fosse “data”, dall’alto, un’immensa e bellissima energia luminosa e dorata, che continuo a percepire ancora adesso. Come essere stato inseminato di materiale divino.
Ma questa volta ho avuto paura.A livello visivo erano stranamente poco benevoli, di colori vicini al marcio e aspetto non così esplicitamente positivo. Questo mi ha influenzato, e senza avere il tempo per pensarci, ho rifiutato. Ho richiuso le mie porte e ho lasciato che mi colassero addosso senza entrare, resistendogli.
Sul momento, mi sembrava un’infiltrazione di materia non benigna.

Il fatto è, come possiamo sapere quando è realmente così oppure no? Che ne sappiamo della parte “oscura” di ciò che si muove in quelle dimensioni, sempre che esista qualcosa così definibile.
Da un lato sentivo che mi ero scampato un pericolo, avevo prontamente chiuso la porta a qualcosa di brutto che voleva entrare. Ma ci sono mille altre possibilità. Potrei aver stupidamente rifiutato un regalo grandioso, lasciandomi prendere dalla paura oppure facendomi totalmente influenzare da come si presentavano visivamente, in modo superficiale. Potrei essere stato bravo a difendermi. Ma contemporaneamente auto compiacermi di quello che è successo non mi fa sentire bene, lo trovo un banale rifugiarsi nella ragione. Insomma, da un lato mi pento di aver forzatamente chiuso quella porta e non aver accolto, dall’altro sento che fidarmi del mio istinto in quella situazione è l’unica cosa possibile, e se ho sentito di dovermi difendere forse un motivo c’era. Non lo saprò mai. Evidentemente quello di cui avevo bisogno era solamente arrivare a questo ragionamento, nulla di più.

Il tema del rifiuto, del chiudere la porta, del non lasciare entrare, che oggi, fra l’altro, spacca il mondo a metà. Oggi mi sono trovato IO a chiudere la porta, spaventato da ciò che stava fuori.
E’ un qualcosa che esiste. Ed è una questione di equilibrio, perché una totale apertura rende vulnerabili e costa energia, mentre una totale chiusura rende la nostra energia ristagnante e putrida.
Oggi mi sono difeso, senza sapere da cosa.

Come facciamo a sapere quando ciò che ci troviamo davanti è positivo o no? Come facciamo a sapere se quell’agglomerato di entità era benigno o maligno (volendo ridurre il tutto ad estrema banalità, ma solo per semplificare)?
Nella maggior parte dei casi lo si sa e basta, lo si percepisce. Oggi non riuscivo a capire, a identificare quello che stava per entrare dentro di me.

Terza parte.
Ero già stanco ma ho deciso di andare avanti e vedere cosa mi fosse arrivato, se c’era una risposta. Ho chiesto, ho pregato, che se di materiale benigno si trattava, di poterlo riavere in una seconda possibilità. Nulla di più stupido, conoscendo questo tipo di esperienze, ma sul momento aveva senso. Non è un servizio, non ci sono richieste, quel che è, è. Ed è solo quello, interpretazioni, parole, associazioni servono solo alla mente per semplificare qualcosa di razionalmente difficile da metabolizzare. Ma in realtà è solo quello che è, niente di più, niente di diverso, niente di simile a qualcos’altro. E lo dobbiamo accettare.

La terza parte è stata delirante.
Mi è arrivata una bomba nucleare, un treno addosso. Una sola altra volta mi era capitato qualcosa del genere in vita mia. Semplicemente troppo, tutto in una volta. Non saprei davvero descriverlo accuratamente. Stupore, panico. Ho avuto qualcosa come due o tre minuti di emergenza pura, senza sapere che fare di tutta quella energia, che era troppa.
Le visioni erano inverosimilmente forti e vivide, veloci. Una diga era stata distrutta e ora un flusso esageratamente grande passava attraverso di me, spazzando via ogni cosa. Ha lasciato pulito, e silenzio, si. Ha scrostato via un bel po’ di merda. Anche se è stato davvero difficile da gestire, fisicamente soprattutto. Avrei voluto avere altri 10 polmoni per respirare tutta l’aria della stanza.
Non so bene come prendere questa cosa, o meglio ci sarebbero mille modi di farlo. Ma per ora sono stanco, e lascio solo che tutto faccia il so corso da se.

 

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